Avete mai ricevuto collegamenti in entrata da siti sospetti? Potete rifiutarli con la funzione “disavow link” di Google. Lanciata dal colosso di Mountain View lo scorso ottobre, questa funzione permette all’amministratore del sito di disconoscere la citazione sotto forma di link proveniente da un sito spam, preservando così la reputazione e la posizione del proprio sito internet nei risultati di ricerca.
Come si sa, la visibilità di un sito web su Google dipende dal suo PageRank: in particolare, ogni collegamento in entrata da un altro sito è considerato, dice Google stessa, “come un voto per la qualità del sito linkato” 1.
CHE VUOL DIRE “DISAVOW”?
La funzione di rifiuto link – questo il nome ufficiale in italiano – è conosciuta, tra gli addetti ai lavori, come disavow, cioè, letteralmente, “rifiutare di riconoscere“.
Ricevere un collegamento in entrata, infatti, è di solito un riconoscimento per un sito web: significa che i contenuti sono stati giudicati da qualcuno come rilevanti e utili. Ma se il sito da cui proviene il link è tutt’altro che affidabile, allora è meglio “disconoscerlo” (disavow, appunto).
Se non si è deciso di perseguire la scriteriata e miope strategia di programmi fraudolenti (le cinquanta sfumature di spam che vanno dallo scambio di link a pagamento alla costruzione di pagine esterne zeppe di collegamenti – le doorway pages – tenute in piedi solo per accalappiare visitatori), chi riceve un link in entrata da un sito spam è l’innocente vittima di qualche spammatore. Spesso costui agisce per conto di qualche concorrente che vuole promuoversi danneggiando gli altri (SEO negativo, negative SEO).
Google ci mette del suo nel rimuovere questi link spam, ma l’amministratore del sito dispone da un po’ di tempo anche dello strumento “rifiuta link“. Con questa nuova funzione si possono cancellare manualmente tutti i collegamenti la cui origine è dubbia oppure manifestamente truffaldina.
Ma nella pratica come si fa a rimuovere certi link scomodi? Ce lo spiega la stessa Google nel suo blog ufficiale 2. Se proprio ci sono alcuni link che non si riesce a rimuovere, allora si può ricorrere a questo strumento:
Aperta la pagina, occorre selezionare il sito che si è precedentemente inserito nella pagina di Google Strumenti per i webmaster:
Quindi, è richiesto il caricamento di un documento di testo con l’elenco di tutti i siti che si vuol “disconoscere”. Il formato del documento è molto semplice:
# Contattato il proprietario di dominiospammone1.com il 7/1/2012 per
# chiedergli di rimuovere il link, ma non ho ricevuto risposta
domain:dominiospammone1.com
# Il proprietario di dominiospammone2.com ha rimosso i link, ma ha dimenticato questi
http://www.dominiospammone2.com/paginaA.html
http://www.dominiospammone2.com/paginaB.html
http://www.dominiospammone2.com/paginaC.html
(Google ignora il testo preceduto dal cancelletto.)
Se il procedimento è molto semplice, va detto che questo strumento dev’essere usato con cautela. La stessa Google mette in guardia gli utenti dicendo che si tratta di una funzione riservata agli esperti: prima di rifiutare un link è bene sapere quello che si sta facendo!
L’analista di Google Jonathan Simon sempre sul blog di Google Webmaster Central avverte che “la stragrande maggioranza dei siti non ha affatto bisogno di questo strumento“. Anche perché, se si teme che un SEO pasticcione abbia fatto qualche errore nel link building, il primo passo da compiere è richiedere la rimozione dei link direttamente all’amministratore del sito incriminato. Solo dopo il rifiuto o il silenzio da parte di quest’ultimo Google consiglia di ricorrere a “Rifiuta link”. Lo stesso vale per chi sospetta di essere vittima di SEO negativa: Google spiega che non c’è da preoccuparsi, in genere, perché i suoi algoritmi sono costruiti “per impedire in particolar modo la SEO negativa”.
Con queste premesse, è chiaro che si tratta di un estremo rimedio, perché in condizioni normali Google tutela l’amministratore di un sito contro la concorrenza sleale. Chi ne ha davvero bisogno, invece, è l’amministratore di un sito che ha subìto una penalizzazione manuale da parte di un valutatore della qualità (quality rater) in carne e ossa. In questo malaugurato caso, dopo che i problemi che hanno causato la penalizzazione sono stati affrontati e risolti, Google richiede la presentazione di una proposta di riconsiderazione sito.
1 Disavow links, pagina d’aiuto degli Strumenti per webmaster di Google (consultato il 28 maggio 2013)↩
2 A new tool to disavow links, Webmaster Central Blog, 16 ottobre 2012↩