L’ottimizzazione dei siti per i motori di ricerca passa anche dall’ottimizzare i contenuti, che devono essere freschi, informativi e di valore per gli utenti. Si scrive per gli utenti, non per i motori di ricerca è il mantra di Google, che emerge come pilastro dalle linee guida per i contenuti web. Ce lo dice anche l’aggiornamento Helpful Content, al momento in prova solo per le pagine in lingua inglese. Al fine di mostrare alle persone informazioni sempre più pertinenti, l’intenzione delle modifiche all’algoritmo è di premiare con le prime posizioni sulle SERP contenuti di qualità superiore, che si dimostrino consapevoli dell’audience cui si rivolgono, dei loro interessi e dei loro bisogni, e che siano in grado di fornire risposte e soluzioni nel loro stesso linguaggio.
E tuttavia, per poterli mostrare, anche i motori di ricerca devono essere in grado di analizzarli. Per questo motivo, testi, immagini, video, ogni elemento che vada ad arricchire l’esperienza dei clienti sul sito web deve essere ottimizzato anche per i motori di ricerca.
Per ottimizzare i contenuti, quindi, bisogna bilanciarsi tra i bisogni e le parole dell’audience, non del brand, che deve adeguarsi alle esigenze degli utenti, e il linguaggio tipico dei motori di ricerca, sfruttando le strategie di ottimizzazione SEO per suggerire la qualità superiore del nostro contenuto rispetto a quelli dei concorrenti sul web.
Come creare dei contenuti “naturalmente ottimizzati”
Fuori da ogni strategia, la prima cosa, quella fondamentale per ottimizzare i contenuti, è conoscere il proprio pubblico, l’audience per cui si scrive, con i suoi bisogni e i suoi problemi. È per rispondere al pubblico che nasce un contenuto, e sarà l’audience a guidare le fasi strategiche successive. Il bisogno del pubblico può essere già presente, o può essere inconscio e latente. Per scoprire questo bisogno, quindi, le possibilità sono
- fare un brainstorming,
- controllare sulle SERP dei termini che potrebbero interessare all’audience,
- usare uno strumento di ricerca delle parole chiave SEO per generare nuove idee sui contenuti.
Il punto, in ogni caso, è cercare keyword legate ai prodotti e servizi, domande frequenti dei consumatori, tutto ciò che possa rappresentare un punto di contatto tra azienda e potenziale cliente.
Fare ricerche
Il primo step, naturalmente, è fare ricerche sull’argomento da trattare. Strumenti utili, in questo frangente, sono Google (Autocompletamento, Ricerche Correlate, Le persone cercano anche), AnswerThePublic, Quora, e gli intramontabili Social Media (tra Hashtags, ricerche e gruppi).
Ma le ricerche non sono utili solo per individuare i topic più importanti per i consumatori, così da allineare il business alle aspettative del suo pubblico. Le ricerche sono utili anche per la seconda fase dell’ottimizzazione SEO dei contenuti, la ricerca delle keyword, perché danno un’idea del linguaggio e dei termini con cui gli utenti stessi sono più propensi a cercare il prodotto o servizio, e quelle che maggiormente associano al brand.
Cercare le keyword
Trovato l’argomento, si ha la certezza che questo sia di interesse per le persone, perché è ciò che le persone cercano online. Si torna quindi agli strumenti di ricerca, per cercare le parole migliori da usare nella stesura dei contenuti. La scelta deve essere particolarmente bilanciata, tra quelle che hanno più probabilità di posizionarsi, quelle che si desidera emergano in relazione al prodotto, servizio o brand, e quelle che gli utenti sono più propensi a cercare.
Scrivere
Quella che potrebbe sembrare l’operazione più banale, diventa a questo punto la più complicata. C’è l’argomento, ci sono le parole chiave, ora bisogna creare un contenuto di valore per l’utente.
I contenuti, quindi, devono essere pensati per parlare direttamente ai lettori con spontaneità, naturalezza e un tone of voice appropriato per la marca e per il prodotto. Il problema, però, è parlare al contempo anche con il motore di ricerca, per fargli capire come indicizzare il contenuto e quali siano gli utenti migliori a cui mostrarlo. Tre linguaggi completamente diversi, quello dell’azienda, degli utenti e dei motori di ricerca, che devono in qualche modo tradursi l’uno nell’altro.
Questo è decisamente l’elemento più importante di ogni contenuto, al di là dei numeri di parole, o di paragrafi. Fornire un valore, rispondere alle domande attraverso la propria offerta, e far capire a Google perché la nostra offerta è migliore di quella della concorrenza, al punto da essere meritevoli di venire mostrati al pubblico.
È a questo punto che subentrano le tradizionali regole per la stesura di contenuti ottimizzati in ottica SEO: i testi devono essere leggibili, il che significa in prima istanza divisi in blocchi di testo. Per fare questo vengono in aiuto intestazioni, liste puntate o numerate, immagini con titoli e Tag Alt adeguatamente ottimizzati che spezzino la staticità dei testi e un uso accurato degli spazi bianchi e dell’andare a capo.
Il contenuto deve naturalmente essere corretto dal punto di vista grammaticale, e comprensibile, e il linguaggio deve sembrare naturale. Le regole di Google sull’ottimizzazione dei contenuti devono venire meno, se l’inserimento eccessivo di parole chiave fa suonare il testo in modo strano, perché l’obiettivo è sempre e soltanto rispondere alle domande del consumatore. Da questo punto di vista, è utile strutturare il testo anticipandone le domande, e associando ogni paragrafo a una possibile risposta.
Ottimizzare i contenuti
Solo a questo punto, si possono ottimizzare gli elementi SEO come titolo, descrizione, testo, intestazioni, nome dei file e URL, secondo le linee Guida di Google. Tra tutti, quelli meno ricordati probabilmente sono l’uso di link ad altri contenuti del sito rilevanti, e la revisione continua dei contenuti, così da mantenerne a lungo l’utilità per gli utenti.
Il lavoro per ottimizzare i contenuti per la SEO, quindi, non è facile quanto potrebbe sembrare, e soprattutto, non si tratta di un lavoro fatto una volta per sempre. Per questo, molte aziende si rivolgono a specialisti del copywriting, e ad agenzie come Aletur.
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