Come strutturare un sito multicountry SEO friendly

internazionalizzazione sito multicountry o multiregione

E dopo aver parlato dell’internazionalizzazione dei siti web, e di cosa sia e come strutturare un sito multilingua, ovvero tradotto in diverse lingue, non ci resta che parlare dei siti multi-country, o multiregione, ovvero pensati per rivolgersi in modo specifico e diversificato a diverse nazioni o regioni. Scopriamo quindi perché è vantaggioso personalizzare un sito a livello di strategia di comunicazione/marketing, ma anche di lingua nelle sue diverse versioni.

 

Internazionalizzazione del sito: quando e come strutturare (stavolta) un sito multi-country

L’esempio classico di un sito che dovrebbe essere multi-country (e non semplicemente multilingua) è quello di un sito che vende o si presenta in diverse nazioni con diverse modalità di comunicazione e/o commerciali, per essere in linea con gli utenti target di quella nazione. Ogni nazione, infatti, ha le sue abitudini, le sue usanze, leve commerciali, le sue ricorrenze, valute, prodotti preferiti e quindi il sito deve essere dedicato a quel mercato, a quegli utenti target e con specifiche caratteristiche.

Immaginiamo il sito non più come una scatola da replicare in altre lingue, ma da personalizzare per farlo diventare in linea con le abitudini, gli usi e costumi della regione a cui si rivolge. Per fare questo noi mettiamo in atto una serie di analisi dei competitor online nelle diverse regioni.

Anche in questo caso, per cercare i competitor online, non basta tradurre le parole chiave da una lingua all’altra, ma devono essere personalizzate; quasi sempre, serve un traduttore madrelingua che può capire la nostra parola chiave e tradurla in quella usata nella sua lingua. Un esempio classico sono gli agriturismi, diffusissimi qui in Italia, ma non altrettanto all’estero. In inglese abbiamo le traduzioni “agritourism” e “farm holiday” ma si riferiscono soprattutto alla vacanza di questo tipo piuttosto che alla struttura, tradotta con “holiday farm”; in tedesco esiste una traduzione (Agritourismus), ma non è particolarmente usata dai tedeschi. Quando dobbiamo creare la versione Multicountry (o multilingua) di una struttura turistica di questo tipo dobbiamo cercare di capire come in UK, in USA o in Germania le persone cercano questo tipo di alloggio o questo tipo di esperienza turistica. Non basta tradurre dall’italiano.

Un altro esempio della necessità di lavorare sulle traduzioni in modo ragionato, e sulle versioni del sito per i diversi paesi, ce lo fornisce la lingua inglese, anzi, le lingue inglesi. Il British English, cioè l’inglese che si parla nel Regno Unito, non è la stessa lingua che si parla negli Stati Uniti, cioè l’American English. Se vendiamo borse da donna agli inglesi dovremmo usare il termine “handbag” ma se ci vogliamo rivolgere al mercato americano, dovremmo preferire “purse”. Se vogliamo vendere in entrambi i paesi, affidarci a un solo sito semplicemente tradotto in inglese (magari saltando in continuazione dal British all’American English e viceversa) potrebbe non essere la soluzione migliore.

Se guardiamo siti di diverse nazioni ci accorgiamo subito di alcune differenze, che risultano poi fondamentali per avvicinare di più un sito alla sua audience. Guardando un sito tedesco e uno italiano dello stesso settore, notiamo caratteristiche diverse, obiettivi diversi, target diversi a cui si rivolgeranno con modalità differenti di comunicazione; questo perché gli utenti tedeschi, sotto alcuni punti di vista, sono un po’ diversi da quegli italiani, quindi, difficilmente un sito solamente tradotto in una lingua potrà avere successo in un mercato che non è quello per cui è stato pensato.
Un’altra parola chiave è quindi “personalizzazione”: il sito deve essere personalizzato per l’utente e per questo se l’italiano è in cerca dello sconto, il tedesco, invece, è in cerca della sua modalità di pagamento preferita e così via.

A livello più tecnico, invece, relativamente a estensioni di dominio e motori di ricerca, sicuramente un dominio geografico come: .it, .de, .fr, sarà avvantaggiato nella sua regione rispetto ad altri domini regionali (escludendo il .com che non è un’estensione di dominio regionale). Vi basterà fare una prova su google.it, con un set qualsiasi di parole chiave: quanti domini con estensione regionale diversa dal .it (es: .ch, .de, .fr, etc…) verranno fuori? Nessuno o pochissimi, dipende molto dalle parole chiave scelte.

Infine, per quanto riguarda Google Search Console: un dominio regionale è già assegnato alla sua regione, mentre se usassimo un dominio .com, entrambe le strutture (sottocartella o terzo livello) ci permetterebbero di settare una nuova proprietà dedicata a quella lingua/mercato. Basterà creare la nuova proprietà ed assegnare il dominio o la cartella specifica, indicando poi un targeting geografico dall’apposito menù, facendo questo l’indicazione del mercato di riferimento per Google è chiara.

Eccoci quindi giunti alla fine di questa “guida” sull’internazionalizzazione dei siti web, sia dal punto di vista strategico che tecnico. Ora, avete tutti gli strumenti per capire le differenze tra un sito multilingua e uno multi-country, e quale sia più indicato a seconda delle vostre specifiche esigenze. Per ogni dubbio o consulenza, comunque, ricordatevi che potete sempre contattare Aletur.it, e richiedere una consulenza sul modo migliore per ottimizzare il vostro sito lato SEO, ed emergere così anche sul mercato internazionale.

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