L’annuncio era stato dato il 26 febbraio 2015 e il 21 aprile la profezia si è avverata: Google ha rilasciato un algoritmo che favorisce, per le ricerche mobile, il posizionamento dei siti internet mobile friendly. Fiumi di parole sono stati spesi su questa novità dell’azienda di Mountain View, seminando il panico tra i proprietari e i gestori di siti web. Come ogni nuovo algoritmo, certamente nemmeno quest’ultimo è da prendere sottogamba, ma è necessario puntualizzare alcuni aspetti. Rispondiamo allora a qualche domanda sull’algoritmo dedicato alle ricerche su dispositivi mobili.
Chi sarà colpito dal MobileGeddon di Google?
Il nuovo algoritmo di Google si applica alle ricerche organiche su dispositivi mobili, nello specifico, sugli smartphone. Ciò significa che nel posizionamento sul motore di ricerca saranno favoriti quei siti web ottimizzati per il mobile, come già in parte avviene dal 2013. Tutto ciò è stato dettato da un fenomeno che Google non ha potuto ignorare: le ricerche da mobile hanno ormai superato quelle da desktop. Al giorno d’oggi, tutti noi abbiamo uno smartphone, ma non tutti hanno un computer, portatile o fisso. Google, quindi, si è adeguato alla metamorfosi del mercato e dell’utenza web.
Che impatto ci sarà sulle ricerche da computer fisso?
Nonostante l’allarmismo diffuso e centinaia di persone, addette ai lavori e non, siano andate nel panico temendo un crollo del proprio ranking, il nuovo algoritmo non influisce sulle ricerche da dispositivo fisso. Il posizionamento sui computer rimane invariato, ma soprattutto, rimane soggetto ad altri algoritmi, come Penguin, e ad altre forme di controllo.
Il nuovo algoritmo Google riguarda i tablet?
Sebbene spesso smartphone e tablet vengano equiparati, in questo caso, l’algoritmo mobile di Google non influisce nemmeno sulle ricerche da tablet. Ribadiamo che a essere condizionate dal nuovo algoritmo sono solo le ricerche su smartphone. Molti media italiani stanno confondendo i due tipi di dispositivo, ma le fonti ufficiali confermano che gli unici protagonisti di questa rivoluzione sono gli smartphone. Potete trovare conferma nel blog ufficiale di Google Webmaster Central. Nella sezione FAQ, la prima domanda a cui si risponde è se l’algoritmo colpirà anche il ranking su desktop e tablet. La risposta è negativa: questo cambiamento influirà solo sulle ricerche da smartphone di ogni lingua e località.
Come si verifica che un sito sia Mobile Friendly?
Per verificare che un sito sia Mobile Friendly possiamo usare gli strumenti forniti da Google stesso. Il primo è il Test di compatibilità con dispositivi mobili. Un altro strumento molto utile è il Pagespeed Insights, che valuta la velocità delle pagine di un sito sui diversi dispositivi. In entrambi i casi, basta inserire l’Url della homepage o della pagina che si vuole analizzare.
Quali sono i primi risultati?
Ci vorranno settimane prima che il roll-out del nuovo algoritmo faccia sentire i suoi effetti in maniera decisiva, ma già ora si scorgono dei cambiamenti. Un primo test condotto dal sito AdvancedWebRanking.com ha rilevato movimenti soprattutto a partire dalla terza pagina in poi dei risultati di ricerca. Le prime posizioni e le prime pagine, solitamente occupate da siti ben ottimizzati e importanti, al momento non presentano grandi sconvolgimenti. Dopo tutto, Google vede di buon occhio i siti mobile-friendly già da un paio d’anni, perciò in molti si sono adeguati ai nuovi dispositivi da diverso tempo. In Italia, in realtà, siamo ancora un po’ indietro, perciò il nuovo algoritmo potrà essere una spinta in più per adeguarsi alle nuove abitudini dell’utenza web.
Come si sopravvive al MobileGeddon?
Riprendendo la metafora del titolo sulla presunta Apocalisse scatenata dal nuovo algoritmo, vediamo insieme come superare il MobileGeddon di Google. Ovviamente, se non si ha un sito mobile o responsive, occorre stabilire un budget per costruirne uno. Tuttavia, prima di passare alla creazione di un nuovo sito o all’adeguamento di quello vecchio, occorre calcolare quanto traffico arrivi effettivamente da mobile. Se un sito vive di traffico da desktop, probabilmente non subirà danni se il proprio posizionamento su mobile scende. Un’analisi professionale delle perfomance del sito internet è il primo passo per decidere se intervenire o meno con gli step successivi. Nonostante quanto dicano alcune malelingue, il nuovo algoritmo mobile di Google non elimina dai risultati il sito non mobile friendly o responsive, ma tende a sfavorirlo rispetto agli altri, a parità di altre condizioni.
Aletur come si è preparato all’evento?
Noi di Aletur non ci siamo fatti spaventare dall’arrivo del nuovo algoritmo mobile. Con calma e serenità, abbiamo studiato il pregresso e abbiamo cercato di capire cosa potrà accadere ai siti internet nostri e dei clienti. L’esperienza ci guida e le uniche campane che ascoltiamo sono quelle ufficiali. Una volta analizzati i fatti, ragioniamo con la nostra testa e pensiamo alle soluzioni che possono essere più adatte alle esigenze dei nostri clienti. Non serve farsi prendere dal panico quando Google rilascia un algoritmo o un aggiornamento. Soprattutto, non bisogna spaventare gli altri, clienti o colleghi che siano. A mente lucida, si può affrontare tutto. Google non è il nemico e non bisogna demonizzarlo a priori, ma studiarlo e imparare a sfruttarlo al meglio.